Connect with us

Cronaca

Catania, operazione “Camaleonte”: colpito dalla DDA il clan Cappello-Bonaccorsi

Eseguite 52 custodie cautelari: 44 soggetti sono finiti in carcere,  due ai domiciliari, mentre per altri 6 disposto l’obbligo di dimora

Pubblicato

il

Operazione antimafia della polizia a Catania con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare per 52 persone, legate, secondo la Procura, al clan ‘Cappello-Bonaccorsi’. Nel blitz ‘Camaleonte’, scattato all’alba di oggi, sono stati impegnati centinaia di uomini della Polizia, con i reparti speciali e i nuclei investigativi, coordinati dalla Dda di Catania e dal Servizio centrale operativo. I poliziotti hanno dato esecuzione a 52 custodie cautelari: 44 soggetti sono finiti in carcere,  due ai domiciliari, per altri 6 è stato disposto l’obbligo di dimora presso il comune di residenza. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti e ricettazione.  Tre le frange disarticolate riconducili allo stesso clan capeggiato da  Salvatore Cappello, ergastolano e detenuto in regime di 41bis: la prima farebbe riferimento a Massimiliano Salvo, detenuto al 41bis.  Poi c’è il gruppo dei “Carateddi” che sarebbe diretto da Concetto Bonaccorsi e che avrebbe un controllo sul quartiere San Leone; mentre Mario Strano avrebbe diretto l’articolazione del clan Cappello nel rione di Monte Po’ .

Strano, secondo la Procura, sarebbe stato vicino al clan “Santapaola-Ercolano” per poi agire in modo autonomo e avvicinarsi ai Cappello-Bonaoccorsi.  In carcere anche la moglie di Strano, Anna Russo, la sorella di quest’ultima,  il marito e il figlio. Arrestata  anche Concetta Strano, figlia di Mario, e il compagno Luigi Scuderi. Dietro le sbarre pure Rosaria Alessandra Rapisarda, moglie del boss Massimiliano Salvo. Secondo la Procura la donna avrebbe permesso al marito di continuare a controllare il gruppo mafioso.  Per la DDA di Catania  il clan  avrebbe commesso omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza sul territorio, di tutelare i membri della consorteria; ed ancora rapine, furti ed estorsioni; delitti connessi al traffico illecito della droga  e ciò per acquisire la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici. Una parte degli introiti della cosca sarebbero arrivati proprio con l’acquisto, l’importazione e la vendita di cocaina e marijuana.

Le indagini hanno preso avvio nel gennaio 2017 e sono state  il proseguo dell’inchiesta su Sebastiano Sardo, esponente di vertice del gruppo mafioso, concluse nel gennaio 2019. La squadra Mobile ha anche eseguito il sequestro dell’intero patrimonio aziendale della società ‘Sc Logistica s.r.l.’ di Catania, e di conti correnti e depositi e rapporti finanziari intrattenuti da Mario Strano.

I componenti del clan avevano un guadagno di oltre un milione e cinquecento mila euro al mese. “Poter disporre di una simile somma di denaro significa guadarsi il consenso dando gli stipendi ai sodali- ha detto il procuratore Carmelo Zuccaro- significa potersi infiltrare non solo nel settore economico, ma anche nella pubblica amministrazione corrompendo”. Zuccaro parla anche dell’esistenza di una “sotto cultura” che porterebbe molte persone ad essere attratte da queste forme di criminalità: “Se diamo poca possibilità di trovare del lavoro-ha proseguito Carmelo Zuccaro- e di trovare risorse economiche lecitamente, il rischio che certe attrazioni funzionano maggiormente esiste. L’impegno dello Stato deve essere quello, non solo repressivo, ma di offrire lavoro, solo così potremmo metterli in minoranza”.  Fondamentale, all’interno dell’organizzazione, il ruolo delle donne, molte delle quali sono state destinatarie di provvedimenti restrittivi. La componente femminile della cosca, non solo avrebbe rimpiazzato gli uomini quando questi si trovavano in carcere, ma avrebbero avuto anche la contabilità del traffico di droga, disponendo anche il recupero crediti.

 

Ecco i nomi delle 52 persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare :

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cronaca

Incidente sulla Catania-Siracusa, galleria Demetrio, ferito conducente Tir e traffico in tilt

Il mezzo pesante è finito dentro l’uscita di emergenza della galleria, incastrandosi e mettendosi di traverso rispetto alla strada; il conducente è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Marco di Catania

Pubblicato

il

Incidente stradale nel pomeriggio intorno alle 16.30 all’interno della galleria San Demetrio, lungo la Catania-Siracusa, in direzione Catania.

Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Lentini, intervenuti per soccorrere il conducente di un mezzo pesante finito dentro l’uscita di emergenza della galleria, incastrandosi e mettendosi di traverso rispetto alla strada; il conducente è stato subito soccorso e affidato al personale medico del 118 il quale l’hanno trasportato in codice rosso all’ospedale San Marco di Catania.

Il tratto autostradale è stato chiuso al traffico. Sul posto anche personale della Polstrada di Lentini. A seguito del sinistro  il traffico è rimasto bloccato, il mezzo pesante occupa la corsia di sorpasso e di marcia per cui l’Anas ha proceduto alla chiusura con uscita obbligatoria allo svincolo di Lentini.

“Si sconsiglia al momento di mettersi in viaggio da Siracusa in direzione Catania o, in alternativa, di percorrere la vecchia strada SS 114” dicono dalla Polstrada. Dopo le operazioni di messa in sicurezza del mezzo pesante la  stradale sta facendo defluire la coda di automobili che si era creata all’interno della galleria.

Continua a leggere

Cronaca

Catania, morto lo storico esponente del MSI, Francesco Condorelli Caff

Non seguì Gianfranco Fini nella “Svolta di Fiuggi” e fu il primo consigliere comunale d’Italia del Movimento sociale fiamma tricolore guidato da Pino Rauti. È stato candidato alla presidenza della provincia e a sindaco di Catania, oltre che di Mascalucia

Pubblicato

il

FOTO ANSA

E’ morto nella giornata di oggi lo storico esponente del Movimento sociale italiano Francesco Condorelli Caff, aveva 86 anni. Un grande professionista del foro di Catania ha lavorato  fino a poche ore dal malessere che lo ha colpito, sostenendo le ragioni del diritto al fianco dei propri clienti in tribunale.

Nel dicembre 2022 aveva ricevuto il riconoscimento, dall’ordine degli avvocati, per i 50 anni di professione. Impegnato senza tregua nel settore civile, penale e nel patrocinio all’interno dei tribunali ecclesiastici. Era un esponente storico del Msi, non seguì Gianfranco Fini nella “Svolta di Fiuggi”, e fu il primo consigliere comunale d’Italia del Movimento sociale fiamma tricolore guidato da Pino Rauti.

È stato candidato alla presidenza della provincia e a sindaco di Catania, oltre che di Mascalucia, la città che ha amato e difeso con storiche battaglie in consiglio comunale. Era un amante della pittura nel tempo libero, dello sport, ha fondato lo Sci club Monte Fusaro e dei vigneti, che ha coltivato in prima persona fino agli ultimi giorni.

Rimasto orfano ad appena 3 anni, il padre era colonnello dell’esercito, ha vissuto con la madre e le sorelle a Mascalucia e frequentato la scuola militare Nunziatella di Napoli. Tre suoi figli, Nunzio, Nicola e Mimmi hanno seguito le sue orme professionali, mentre il primogenito Antonio è giornalista. E oggi lo ricordano così: “un padre sempre presente, infaticabile e capace di educare alle responsabilità con un amore puro”.

 

Continua a leggere

Trending