Le immagini delle città desolate in questi giorni di emergenza sanitaria, entreranno nei libri di storia. Ma c’è anche chi sta provando, in punta di piedi e con permesso, ad andare oltre, a scavalcare i confini delle case dove la vita è confinata, per documentare questo drammatico momento.
Parte da qui l’idea del giovane fotografo licodiese, Salvo Giuffrida, che ha deciso di immortalare via Skype alcuni soggetti in quarantena. Ritratti ai tempi del Coronavirus, è il nome del progetto – che in futuro potrà diventare una mostra o una raccolta -, ma la loro narrazione empatica viaggia oltre gli stereotipi.
Dall’altra parte della fotocamera non ci sono solo famiglie o coppie, ma anche persone sole. A loro chiusi nelle loro stanze, il professionista chiede di raccontare sensazioni e stati d’animo.
Un viaggio virtuale – o meglio una visita – necessaria per realizzare il miglior ritratto domestico a distanza.
Chi legge, chi guarda la luce riflessa dalla finestra e si commuove, chi si dedica alla musica.
Ognuno di loro è un microcosmo da dipingere attraverso l’arte istantanea della fotografia.
Non potendo spostare l’inquadratura, la creatività è data dal momento in cui si sceglie di premere il pulsante per catturare un’immagine unica, che esprima in maniera essenziale la condizione di isolamento.
La qualità delle foto considerato il limite tecnico non è molto alta, ma il risultato artistico è pregevole.
Un lavoro straordinario che non ha confini, è già arrivato fino in Spagna e in Inghilterra e conta anche di andare oltre. Con lo scopo di raggiungere la soglia dei 100 scatti.
Per Giuffrida, della scuola di Toni Thorimbert: «La bellezza e la poesia possono essere incontrate in qualsiasi luogo, in quanto nascono dal rapporto empatico con le persone anche a distanza, in un momento in cui la barriera sociale è l’unica arma per difenderci. Ma la fotografia non può fermarsi».