Si è tenuta questo pomeriggio, a Santa Maria di Licodia, la conferenza stampa annunciata nella giornata di ieri da parte dei consiglieri comunali di opposizione ed indipendenti del comune licodiese, all’interno di un noto ristorante del territorio. Alla base dell’incontro con la stampa e con altri cittadini, un video che ormai da settimane sta girando sia su Whatsapp sia attraverso l’invio di lettere anonime contenenti una chiavetta Usb e oggi anche su Youtube. All’interno di esso, viene diffusa una conversazione privata “shock” avvenuta tra due componenti dell’amministrazione licodiese (rileggi l’articolo). Un audio che – come abbiamo titolato per primi al lancio della notizia avvenuta qualche giorno fa -, sta certamente facendo “tremare” pesantemente la già vacillante politica licodiese.
Sulla vicenda, già nella giornata di ieri, erano stati gli stessi consiglieri che hanno tenuto la conferenza odierna ad essersi dichiarati “indignati ed esterrefatti” per quanto accaduto. “Abbiamo sentito la necessità di prendere le distanze da quanto accaduto” hanno spiegato a più voci Gabriele Gurgone – capogruppo consiliare di opposizione – e Enrico Caruso in rappresentanza degli indipendenti. “Non potevamo rimanere silenti e la cittadinanza ce lo impone. Riteniamo che quella che sta venendo fuori forse è la pagina più brutta per S.M. di Licodia. Vogliamo mostrare solidarietà a tutte le persone offese pesantemente in questo audio. Mi riferisco intanto ai consiglieri presenti (La Delfa e Caruso) ma anche il vicesindaco Mirella Rizzo e Fabio Fazio nonché i cittadini che non ricoprono cariche istituzionali. Noi non entriamo nel merito della conversazione ma non possiamo non condannare con fermezza il quadro ed il modus operandi che emerge. In queste ore abbiamo ricevuto tanti input che si aspettano una reazione forte da parte del gruppo di opposizione. Siamo pronti ad accogliere questo appello e siamo pronti a mettere in campo iniziative forti perché non riteniamo che ci siano le condizioni per andare avanti. Noi lanciamo oggi un appello auspicando che siano tutti gli altri consiglieri e tutto il consiglio comunale a prendere atto di quanto successo e che soprattutto prendano le distanze perché riteniamo che gli altri consiglieri siano persone per bene e che sicuramente non avranno difficoltà a condannare quanto accaduto. In questa fase non siamo più nella posizione di dire siamo pro o contro il sindaco Buttò. Siamo di fronte ad un fatto di dignità di tutta la comunità calpestata e offesa. Speriamo inoltre in una presa d’atto da parte del sindaco mostrando un gesto di responsabilità e che come gesto ultimo di amore verso Santa Maria di Licodia possa trarne le conseguenze”.
A concludere la conferenza, il consigliere Simona Pinzone. “Ci sarà certamente un iter che dimostrerà il vero. Provo un rammarico profondo perché vicende simili alimentano ancora maggiormente la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti della politica. La bella e buona politica può essere fatta e mi dispiace che queste situazioni buttino nel baratro la cittadinanza. Quello che spesso dimentichiamo è il peso delle parole, che possono essere veramente pesanti. La mia posizione è di vicinanza ai familiari delle persone coinvolte, dell’una e dell’altra parte”.
Un braccio teso, dunque, rivolto anche ai consiglieri di maggioranza rimasti vicini al sindaco Buttò affinché prendano una posizione chiara, a partire dallo stesso presidente del Consiglio comunale. Diverse le opzioni in cantiere, che andrebbero dalla sfiducia alle dimissioni in toto di opposizione ed indipendenti. Ad essere smentita, durante la conferenza, è stata anche la presenza di una mozione di sfiducia già pronta ad essere firmata. Adesso, dunque, si attenderà la convocazione di un consiglio comunale ad hoc al fine di discutere in aula la questione. Sul fronte delle prese di posizione sulla vicenda, nella giornata di ieri, era stata il vicesindaco licodiese Mirella Rizzo – che all’interno dell’audio è destinataria di appellativi, nomignoli e minacce non troppo velate – ad aver rotto per prima il silenzio dichiarando: “provo indignazione. Molti gli interrogativi su come continuare questa esperienza politica” (rileggi la notizia). A seguire, oggi, è stato il primo cittadino Giovanni Buttò che attraverso una nota stampa ha precisato di non volersi dimettere e ha invitato stampa, politici e cittadini a non divulgare l’audio (rileggi la notizia). In serata, a rompere il silenzio, è anche l’assessore e consigliere comunale Grazia Ranno (rileggi l’articolo). Una cosa è certa: il “Whatergate” licodiese è ancora tutto da scrivere.