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L'Intervento

Santa Maria di Licodia, “Raccolta differenziata media al 59% non è debacle”

A voler intervenire sull’argomento è l’assessore comunale con delega all’Ambiente, Gabriele Gurgone

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Riceviamo dall’assessore Gabriele Gurgone e pubblichiamo integralmente.

Con riferimento all’articolo sulla raccolta differenziata pubblicato ieri, come assessore all’ambiente di Santa Maria di Licodia mi preme sottolineare come sia assolutamente sbagliato accostare l’espressione debacle al nostro comune che nel 2018 ha raggiunto la percentuale media annua del 55% e del 64% nel 2019 ( con un parziale del mese di dicembre del 87%!!!Numeri di tutto rispetto che non ci hanno consentito di raggiungere l’obiettivo del 65% per l’ottenimento del bonus esclusivamente per le inefficienze di un sistema che prevede il conferimento della frazione organica presso piattaforme private che durante l’anno restano ciclicamente chiuse costringendoci a portare in discarica l’umido con aumento dei costi da un lato e l’abbassamento della percentuale per l’appunto dall’altro. Pertanto invito a rivedere il vostro giudizio su Santa Maria di Licodia che ad oggi dati alla mano dev’essere considerato a tutti gli effetti un comune virtuoso nell’ambito della raccolta differenziata.

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In Primo Piano

Vigili del fuoco, torna la protesta

Il sindacato Usb annuncia lo sciopero nazionale per il prossimo 26 maggio e una manifestazione davanti la Prefettura di Catania.

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Carenza d’organico, ma non solo. Il corpo dei Vigili del Fuoco torna a far sentire la propria voce, chiedendo soluzioni e interventi per le diverse problematiche a cui, da tempo, chiedono soluzioni.

In testa a preoccupare è la cronica carenza di personale che ha determinato, in alcune occasioni, anche la chiusura di alcuni Distaccamenti, come accaduto in passato per Paternò e Adrano.  Con l’estate alle porte e l’emergenza incendi che come accade ogni anno, si ripresenterà, sfornire i territori della presenza fondamentale dei Vigili del fuoco è grave. Da qui, come detto l’intervento del sindacato Usb che parla per voce del suo segretario regionale, Carmelo Barbagallo che annuncia un presidio davanti la Prefettura di Catania, per il prossimo 26 maggio, alle 9.30. (GUARDA INTERVISTA VIDEO)

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Associazionismo

Terza tappa del Percorso di Legalità oggi al comprensivo di Paterno’ Don Milani

Tano Grasso presso l’auditorium dell’IC Don Milani agli alunni delle classi terze: la lotta alla criminalità organizzata è possibile se si è uniti.

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Il piglio fiero di chi ha voluto e saputo conquistarsi la libertà dalla morsa soffocante della criminalità organizzata ha catturato la viva attenzione degli alunni delle terze classi della scuola secondaria di primo grado Don Milani.

A parlare ai ragazzi con un linguaggio serio, schietto e coinvolgente è stato il dott. Tano Grasso, ex commerciante. Da oltre 30 anni in prima linea nella lotta all’estorsione, fondatore e presidente onorario dell’ A.C.I.O. (Associazione Commercianti e Imprenditori Orlandini), prima associazione antiracket nata in Italia. Sebbene viva sotto scorta dal 1991, si definisce, a ragione, uomo libero.

La narrazione parte dal 1990, anno di fondazione dell’associazione che mise insieme i commercianti e gli imprenditori orlandini per dire No al pizzo e prosegue con il racconto delle motivazioni che portarono alla costituzione dell’Associazione, delle dinamiche sociali che si andarono innescando, della reazione della gente del posto, del sostegno di alcuni e della diffidenza di altri. La sua è la testimonianza di chi, da semplice cittadino, insieme ad altri semplici cittadini, ha saputo far rete per opporsi al fenomeno mafioso.

La lotta alla mafia non appartiene solo ai poliziotti o ai magistrati, la lotta alla mafia è un problema che appartiene ad ogni cittadino e l’esito positivo dipende dalla decisione di ogni cittadino. La mia esperienza è quella di un commerciante che si assume la responsabilità di opporsi al racket collaborando con le forze di polizia e in questo ottengono il risultato questo è il modello da offrire a tutti i siciliani in particolare ai giovani Il modello che bisogna offrire ai giovani è che la lotta alla mafia non è un affare per pochi eroi ma per una collettività di semplici cittadini che si muovono insieme nella stessa direzione.

Sono cambiate molte cose in quest’ultimo trentennio: l’associazionismo antiracket è ormai consolidato ed è in grado di mettere al riparo chi denuncia: non c’è la denuncia individuale del singolo ma del gruppo di commercianti e imprenditori, la stessa opinione pubblica si è modificata nel tempo, […] è vero che sono ancora pochi i commercianti che denunciano e sono tanti gli operatori economici sottomessi al pagamento del pizzo.”

L’incontro si inscrive nell’ambito del “Percorso legalità” avviato da mesi dal docente Marcello La Venia. Quella di oggi è stata la terza tappa, dunque, di un itinerario di alto valore formativo che ha visto nella prima giornata il giudice Ayala, che ha raccontato come si conduce un processo di mafia; un secondo incontro ha visto la presenza dell’on. Caterina Chinnici che ha parlato della costituzione del pool antimafia e del lavoro portato avanti, a costo della vita, dal gruppo di giudici che ne furono gli attori più significativi, dal padre Rocco ai colleghi Falcone e Borsellino. Oggi Tano Grasso ha voluto indicare ai giovani l’esistenza di un’alternativa possibile: non solo le Istituzioni, ma la società civile può decidere di dire NO alla mafia e rispondere efficacemente.

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