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Un dialogo con il Kazakistan, il nuovo consolato presentato oggi a Catania

Presenti personalità del mondo della cultura, dell’economia, del giornalismo e delle Istituzioni. Tra loro il sindaco, Nino Naso

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Inaugurazione a Catania, del nuovo consolato del Kazakistan in Sicilia che avrà sede a Messina. L’evento di natura diplomatico, istituzionale e culturale, si è svolto oggi nel suggestivo scenario di Palazzo Biscari.

Presenti all’evento personalità del mondo della cultura, delle istituzioni, esponenti illustri del mondo dell’economia, dei media e del sociale. Tra loro anche esponenti del paternese, con in testa il sindaco, Nino Naso. Il nuovo console del Kazakistan in Sicilia Alessandro Arborio, nel corso del suo intervento, ha citato i Sindaci invitati e presenti: quello di Messina Cateno De Luca, di Catania Salvo Pogliese, di Taormina Mario Bolognari e di Paternò Nino Naso. Il primo cittadino paternese è stato citato visto che Paternò è la città dell’astronauta Luca Parmitano, attuale comandante della Stazione Spaziale Internazionale. È noto che la navicella spaziale del nuovo viaggio di Parmitano è partita dalla base del Kazakistan. Ed è stata ricordata la presenza del sindaco Naso nei giorni del lancio spaziale.

Il sindaco Naso ha invitato il console in Sicilia Arborio e l’ambasciatore del Kazakistan a venire a visitare Paternò. Lo stesso ha fatto l’esperto culturale del Comune, il giornalista Salvo Fallica.

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Cronaca

Paternò, operazione “Athena” la Procura presenta ricorso contro ordinanza del Gip

Si tratta di un appello contro la decisione del giudice per le indagini preliminari di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare nei confronti del sindaco Nino Naso e di altri sei indagati

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La Procura di Catania ha presentato appello contro la decisione del gip Sebastiano Di Stefano Barbagallo di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare nei confronti del sindaco di Paternò Nino Naso, dell’ex consigliere comunale ed ex assessore nella prima giunta Naso, Pietro Cirino, e di un assessore dell’attuale giunta, Salvatore Comis, tra gli indagati dell’operazione Athena eseguita ieri dei carabinieri della compagnia di Paternò. Sarà il Tribunale del riesame tra 10-15 a valutare il ricorso della Procura.

Il reato ipotizzato, in concorso con due presunti esponenti del clan Morabito legato alla famiglia Laudani di Catania, Vincenzo Morabito e Natale Benvenga, è di scambio elettorale politico-mafioso. Cirino è tra i quindici destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri, ma per altri reati. Il gip ha ritenuto che sia  da escludere la sussistenza dei necessari gravi indizi di reato riguardo alla posizione del sindaco Naso. Secondo il giudice l’assunzione di due persone vicino alla cosca in un’azienda che si occupa di rifiuti e il presunto il sostegno elettorale non appaiono prospettabili e, citando un provvedimento della Cassazione, ricorda che ai fini della configurabilità del delitto di scambio elettorale politico-mafioso è necessaria la prova che l’accordo contempli l’attuazione o la programmazione, di un’attività di procacciamento di voti con metodo mafioso.

L’appello riguarda complessivamente sette indagati. Tra loro Naso, Cirino, Comis e Benvegna, per il capo 22 dell’imputazione, lo scambio elettorale politico-mafioso, per i quali la Procura chiede al Tribunale di disporre la custodia cautelare in carcere e gli arresti domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico per Morabito. Il carcere è chiesto per altri capi d’imputazione per tre indagati arrestati ieri. Intanto da domani pomeriggio inizieranno gli interrogatori di garanzia delle persone arrestate, tra cui l’ex assessore Naso, Pietro Cirino. Il collegio difensivo degli arrestati è composto dagli avvocati Giuseppe Camonita, Roberta Castorina, Antonio Giuffrida, Carmelo Lo Presti e Vittorio Lo Presti.

Intanto si moltiplicano gli interventi delle opposizioni che chiedono al sindaco Naso e all’assessore Comis di dimettersi. In particolare la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Partito Democratico e componente della commissione parlamentare Antimafia ha specificato che “il Ministro dell’Interno, così come è stato solerte in altre situazioni, non esiti a fare valutazione sulla nomina di una commissione di accesso. Le accuse pesanti di rapporti con i clan richiederebbero almeno le dimissioni degli esponenti politici del centrodestra coinvolti”.

Intervento anche del Movimento 5 stelle per voce del deputato regionale Martina Ardizzone: “Abbiamo atteso che la nebbia di diradasse un po’ prima di inviare delle note ufficiali, le vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti politici, dell’ attuale e della scorsa amministrazione, impongono moderazione e un’ oculata osservazione dei fatti. Che quanto emerge dall’ordinanza del Gip abbia dei connotati a tratto incredibili è fuori dubbio – dichiara Martina Ardizzone deputata ARS – a maggior ragione se ad essere coinvolti sono il Sindaco Naso e un assessore (Comis). Dalle loro dichiarazioni emerge la totale estraneità ai fatti e spero con tutta me stessa che sia effettivamente così, ma che il clan mafioso dei Morabito-Rapisarda abbia scelto di sostenere Naso e Comis durante la scorsa campagna elettorale credo sia fuori dubbio. Il sindaco non può solo dirsi “tranquillo” ma è doveroso che prenda delle distanze nette e dica che non ha nulla a che fare con la mafia e che questa va condannata in tutte le sue forme. Le intercettazioni che riguardano Cirino e Comis (rispettivamente ex ed attuale assessore della giunta Naso), sono gravissime e riguardano la gestione clientelare di gare d’appalto e lavori pubblici, ed è vomitevole pensare di poter fare quello che si vuole con la “cosa pubblica” intendendola come “cosa loro”. Mi aspetto che l’attuale giunta e il consiglio comunale chiedano a gran voce le dimissioni di Comis. Sto valutando di presentare una interrogazione in commissione antimafia per chiedere al ministro Piantedosi di verificare la natura dei rapporti tra l’amministrazione e il clan mafioso dei Laudani. Anche se non hanno natura penalmente rilevante, potrebbero inficiare il buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Il Presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Alberto Cardillo e il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Alfio Virgolini hanno sottolineato il fatto ch il sindaco Naso “possa dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Non ci fa velo il fatto di essere come FdI, sin dall’inizio di questo mandato elettorale, fortemente all’opposizione della sua giunta civica. Allo stesso tempo però, data la natura delle accuse, riteniamo opportuno che il sindaco Naso ed i consiglieri comunali facciano spontaneamente un passo indietro, permettendo di ridare al più presto voce agli elettori paternesi”.

Solidarietà al sindaco paternese arriva, invece, dal gruppo consiliare del movimento per l’autonomia di Paternò :  “Un fulmine si è abbattuto sulla nostra comunità Paternese, destabilizzandone la tranquillità e scatenando un vero e proprio sconvolgimento non solo giudiziario ma anche politico. Il Gruppo e i Componenti dell’ MPA, esprimono al Sindaco vicinanza e solidarietà per l’episodio che suo malgrado lo vede coinvolto. Confidiamo ed esprimiamo piena fiducia nell’azione e nell’operato che svolgerà la magistratura, attuando e mettendo in pratica i principi della legalità con la massima trasparenza”.

 

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Paternò, la nota del primo cittadino Nino Naso sul presunto coinvolgimento nelle indagini dell’operazione “Athena”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del sindaco di Paternò Nino Naso in relazione all’operazione antimafia portata avanti dai Carabinieri del comando provinciale e l’eventuale coinvolgimento del primo cittadino paternese in reati di scambio di voti. Ricordiamo che per gli amministratori comunali, il sindaco Nino Naso e l’assessore Salvatore Comis, la Procura aveva chiesto un provvedimento cautelare che è stato rigettato dal gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo in quanto ha ritenuto di escludere la sussistenza dei necessari gravi indizi di reato riguardo alla posizione del sindaco Naso. Secondo il gip, l’assunzione di due persone vicine alla cosca, in un’azienda che si occupa di rifiuti e il presunto sostegno elettorale “non appaiono prospettabili” e, citando un provvedimento della Cassazione, ricorda che ai fini della configurabilità del delitto di scambio elettorale politico-mafioso è necessaria “la prova che l’accordo contempli l’attuazione, o la programmazione, di un’attività di procacciamento di voti con metodo mafioso”.

La nota del Sindaco

In relazione alla notizia divulgata in data odierna dalle agenzie di stampa di un mio coinvolgimento nelle indagini culminate con l’emissione di un’ordinanza cautelare nei confronti di diversi soggetti nel territorio di Paternò per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e diversi reati fine, manifesto come sempre la mia piena fiducia nel sistema giudiziario e nei Giudici che saranno chiamati a valutare il mio operato. So di essere estraneo all’accusa che mi è stata mossa di voto scambio dal momento che tutta la mia vita è stata improntata al massimo rispetto della  legge e per nulla al mondo avrei mai abdicato ai principi di correttezza e onestà cui ho uniformato al mio agire privato e pubblico. Apprendo, sempre attraverso gli organi di stampa, che il Giudice per le Indagini Preliminari ha rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica nei miei confronti per mancanza dei gravi indizi, ovvero di elementi idonei a ritenere fondata l’accusa mossa nei miei confronti. Confido, pertanto, che questa vicenda possa a breve concludersi e, nelle more, mi permetto di invitare le opposizioni -ed anche la stampa- ad un maggiore rispetto, se non del sottoscritto, del provvedimento emesso dal GIP presso il Tribunale di Catania, il quale esclude responsabilità penali a mio carico.

 

 

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